mercoledì 9 maggio 2012

ELEZIONI COMUNALI 2012

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venerdì 9 aprile 2010

Elezioni REGIONALI 2010



L’analisi svolta in questo lavoro procederà, analogamente a quanto fatto in precedenza, per cerchi concentrici: dal risultato elettorale nazionale a entità territoriali inferiori, province e comuni, in modo da aver chiaro il contesto in cui si inseriscono i risultati locali.
Abbiamo privilegiato, ove possibile, un’esposizione grafica, attraverso la gradazione delle colorazioni che rende immediatamente percepibili le diversità o le uniformità territoriali del voto. Tali gradazioni sono state realizzate dall’autore con precisione approssimata al decimo di punto percentuale.
Per coerenza espositiva le diverse liste elettorali saranno sempre elencate secondo la loro collocazione tradizionale nell’emisfero politico da sinistra a destra. La collocazione è solo indicativa, se vi fossero posizionamenti erronei vi prego di comunicarmelo e provvederò in merito.




1 ANALISI PRELIMINARE

1.1 Schieramenti 2010


Rispetto alle precedenti elezioni Regionali del 2005 si può immediatamente notare come manchi la presentazione di coalizioni aventi la medesima articolazione interna in tutto il territorio nazionale. Gli accordi elettorali variano e sono organizzati attorno ai due partiti maggiori: il Popolo della Libertà (PdL) e il Partito Democratico (PD).

Da sinistra a destra (fonte Wikipedia):
  • Il Movimento Cinque Stelle (M5S) ispirato da Beppe Grillo si presenta in Campania, Emilia-Romagna, Piemonte, Veneto e Lombardia.
  • La Federazione della Sinistra (FdS, cioè Rifondazione Comunista e Comunisti Italiani) si presenta in autonomia in Lombardia e in Campania, con Sinistra Ecologia Libertà nella Marche e fa un accordo tecnico col PD nel Lazio e in Piemonte, mentre nelle altre regioni è in coalizione col PD.
  • L'Italia dei Valori (IdV) di Di Pietro si presenta con il Partito Democratico (PD), tranne che in Calabria.
  • Sinistra Ecologia Libertà (SEL) si è alleato col PD in tutta Italia tranne che nelle Marche dove corrono insieme alla Federazione della Sinistra; in Puglia in particolare l'intero centro-sinistra corre con un suo candidato.
  • Il Partito Socialista Italiano (PSI) si presenta in autonomia nel Lazio, in Lombardia, in Piemonte, in Umbria, in Basilicata. In alleanza con SEL (simbolo misto PSI+SEL) in Puglia, in Calabria, in Campania e in Veneto.
  • I Radicali Italiani decidono di formare la Lista Bonino Pannella, che si presenta con un candidato autonomo in Toscana; col PD in Piemonte, Lazio, Campania e Puglia; con l'IdV in Calabria.
  • Il Partito Democratico (PD) si presenta nel Veneto assieme a Idea (scissione dei Verdi, che viene in seguito definita come "Verdi" in modo imporprio) e talvolta alla Liga Veneto Autonomo
  • • L'Alleanza per l'Italia (F.Rutelli) si schiera (dove può) col PD o in alleanza con l'Unione di Centro.
  • • L'Unione di Centro (UDC) decide di allearsi con il Partito Democratico (PD) in Piemonte, Liguria, Marche e Basilicata; col PdL in Lazio, Campania e Calabria; da sola o con altre forze minori nelle altre regioni (nel Veneto con l’Unione Nord Est, Une)
  • • Il Movimento per le Autonomie (MpA) appoggia Caldoro in Campania, Loiero in Calabria e Poli Bortone in Puglia.
  • • La Lega Nord e il PdL costituiscono un'alleanza fissa in tutto il CentroNord. In talune realtà il PdL raccoglie poi anche alcuni alleati minori (nel Veneto, ad esempio l’Alleanza di Centro per la Libertà di F.Pionati)
  • Forza Nuova (FN) presenta propri candidati alla presidenza in Lombardia, Veneto, Toscana e Campania.




1.2 Risultati Nazionali


Vista l’eterogeneità degli schieramenti per quanto riguarda l’analisi nazionale fermiamoci solo ad osservare i cambiamenti a livello regionale.



Sono evidenziate in grigio le regioni in cui non si è votato. Per quanto riguarda invece il voto:
  • Lazio, Campania e Calabria passano dal CentroSinistra al CentroDestra, al PdL
  • Anche il Piemonte passa dal CentroSinistra al CentroDestra, ma questa volta ad un esponente della Lega Nord
  • In Veneto passaggio di consegne all’interno dell’alleanza di CentroDestra, da PdL a Lega Nord
  • Nelle altre regioni si conferma la coalizione già al governo.
Uno sguardo ai voti di lista effettivamente ricevuti dà, al momento, questi risultati (esclusa la Calabria):


In grassetto vengono rappresentate le liste che hanno ottenuto, complessivamente, almeno l’1% dei voti espressi.




2. RISULTATI Nazionali per PROVINCIA


Restringiamo l’area di analisi all’Italia Settentrionale e osserviamo alcuni dati relativi ai voti per provincia.
Possiamo osservare le variazioni intercorse negli ultimi due anni relativamente ai partiti maggioritari nelle singole province. Tra le Politiche del 2008 (indicato in cartina il partito di maggioranza relativa: blu per il PdL, verde acceso per la Lega Nord, verde acqua nel caso di sostanziale parità tra i due, arancione per il PD)




e le Europee del 2009



si notava un rafforzamento del PdL che conquistava la province di Torino, Venezia e Rovigo.
Il quadro cambia maggiormente con le Regionali 2010:


Si può riscontrare un arretramento del PdL che perde la maggioranza relativa a favore del PD nelle province di Torino e Venezia. Il PdL paga anche dazio all’avanzata della Lega Nord che lo supera nelle province di Padova, Cuneo, Lecco e Belluno ed è in sostanziale parità in quelle di Brescia e Como.
Questa è una conferma dei dati che avevamo notato lo scorso anno analizzando i risultati delle Europee relativamente al rapporto tra Lega e PdL e cioè “osserviamo che il partito di Bossi supera quello di Berlusconi nell’arco subalpino, soprattutto quello orientale (il semiarco Sondrio-Bergamo-Brescia-Verona-Vicenza-Treviso-Belluno viene evidenziato in rosso nell’immagine seguente) i valori poi decrescono in modo molto graduale nelle province limitrofe via via che ci si allontana (con l’eccezione di Cuneo)”



Seguono ora i dati numerici.

Nelle colonne a sinistra sono indicati i valori assoluti, in %, di voti riportati per provincia, in quelle a destra invece sono riportate le variazioni relative dei voti dei tre partiti principali rispetto ai voti che avevano nella precedente tornata elettorale del 2009. Così, ad esempio, se un partito passa dal 10% al 15% vedrete un +50% perché avrà aumentato del 50% i propri voti, se viceversa passa dal 30% al 24% vedrete un -20% dato che 6 è il 20% di 30.

L’ultima colonna riporta la variazione 2009/2010 del rapporto tra voti della Lega Nord e voti del PdL. Ad esempio nella provincia di Verona nel 2009 il PdL aveva ottenuto il 28.71% e la Lega Nord il 33.83%, quindi il rapporto era di 1,18. Quest’anno i valori sono 27.3% e 36.13% quindi il rapporto è di 1,31, la forbice si è allargata di un 11% (che deriva da (1.13-1.18)/1.18).

Una precisazione finale: l’anno scorso avevo considerato anche il rapporto speculare a quello Lega/PdL e cioè quello IdV/PD. Quest’anno ragionare su quel valore risulta poco utile per l’entrata in scena del Movimento a 5 Stelle ispirato da Beppe Grillo che in molti casi ha sottratto voti all’IdV, un partito che ha istanze piuttosto affini (guardando i puri dati in certe province sembra che si possa delineare una sorta di “scissione” dell’IdV stesso).


In Veneto

  • Il PD ha una maggioranza relativa, peraltro risicatissima, (26.67% contro il 26.11% della Lega Nord e il 26.29% del PdL) solo nella provincia di Venezia. Nelle altre province mantiene i suoi voti, tranne a Padova (-3%) e Rovigo (quasi -6%), guadagna invece a Belluno (+17.6%).
  • La Lega Nord avanza: dal +6.8% a Verona al +15% di Vicenza via via fino al +41.5% di Treviso. Le percentuali in valore assoluto sono tra il 22.6% di Rovigo e il 48.5% di Treviso, risultato legato naturalmente al candidato alla presidenza della regione di origine trevigiana.
  • Il PdL soffre l’avanzata della Lega Nord verso la quale pare configurarsi una sorta di travaso di voti

In Lombardia
  • Il PD appare in recupero ovunque, da valori limitati a Bergamo, ad altri più consistenti fino al +25.6% a Lodi.
  • Anche qui appare visibile un travaso di voti nel centro destra con la Lega Nord che guadagna ovunque (fino al +52% dei propri voti a Pavia) a spese del PdL che arretra quasi dappertutto Tranne che a Sondrio (ricordo che l’ultima colonna indica un avanzamento relativo del partito di Bossi)

In Piemonte
L’andamento è molto simile:
  • Il PD guadagna leggermente in alcune province, perde in altre. Paradossalmente la provincia in cui perde di più dei propri voti, Torino (-12.7%), è la provincia in cui diventa il partito di maggioranza relativa perché perde sì, ma non quanto il PdL (-23.1%)
  • Lega che avanza ovunque, ma partendo da risultati precedenti non altissimi
  • PdL che perde ovunque in modo piuttosto consistente, quasi sempre oltre il 20%, fino a un massimo del 32.7% a Vercelli in cui è più evidente il travaso a favore della Lega Nord.

In Liguria
  • Leggero arretramento per il PD
  • La Lega avanza in assoluto e anche rispetto al PdL, tranne che ad Imperia dove soffre un travaso di voti a favore del PdL (effetto Scajola?)
  • PdL che, tranne che nella citata Imperia, perde voti fino ad un massimo del 23.7% a Genova


In Emilia Romagna
  • Il PD guadagna praticamente ovunque, pur partendo da valori già alti e riprende la leadership nella provincia di Piacenza dove realizza un +18.8% dei propri voti.
  • La Lega avanza anche qui, sia in termini assoluti (dal +10.2% dei propri voti a Reggio Emilia, al +34.1% a Ferrara) che rispetto al PdL
  • PdL anche qui in calo, con una media prossima al 10% dei propri voti.




3. RISULTATI LOCALI: La Provincia di Verona


Per un riferimento alle mappe delle pagine seguenti questa è una mappa dei comuni della provincia di Verona, le linee rosse delimitano, in modo orientativo, le zone Lago, Valpolicella, Lessinia, Veronese, Est Veronese, Pianura.


Anche qui come abbiamo fatto con le province possiamo iniziare l’analisi osservando la mappa che rappresenta i partiti che hanno ottenuto la maggioranza dei voti in ogni ente.
Su 98 comuni della provincia,
  • in 78 è la Lega Nord ad avere la maggioranza relativa,
  • in 19 il PdL (zona Lago e alta val d’Adige, fascia mediana della pianura)
  • in 1 l’UDC (Badia Calavena)
Partito di maggioranza nel Comune, Elezioni Regionali 2010

Passiamo quindi poi a vedere , dove sono più forti in % i partiti principali.
Cominciamo dal PD che raccoglie i migliori risultati nella zona sudorientale (Villa Bartolomea, Legnago, Cerea e in misura minore nella sinistra Adige), a Verona e nei comuni limitrofi, soprattutto in direzione Mantova, ma anche nella Valpolicella. Tra le due zone si frappone la fascia di comuni ch avevamo riscontrato anche in precedenti elezioni, attorno alla linea ideale Zimella/Salizzole, in cui i risultati sono sensibilmente inferiori.
Debolezza in Lessinia e nei comuni dell’Est Veronese confinanti con la provincia di Vicenza e nella zona Lago attorno al comune di Garda.

Forza relativa del PARTITO DEMOCRATICO, evidenziate le aree di maggior successo


Per quanto riguarda la Lega Nord il discorso è diametralmente opposto: grandi risultati in Lessinia, nei comuni dell’Est Veronese confinanti con la provincia di Vicenza, in Valpolicella, in Val d’Adige e nella fascia centrale della pianura identificata prima. Si può riscontrare una leggera debolezza relativa nei comuni lacustri, nel capoluogo di provincia e in altri comuni ma in modo piuttosto sparso.

Forza relativa della LEGA NORD, evidenziate le aree di maggior successo


Il PdL invece è forte proprio nella zona Lago, attorno al comune di Garda (dove corre il sindaco Bendinelli), nel comune montano di S.Anna d’Alfaedo e nella zona centrale della pianura, che è pressappoco la stessa in cui anche la Lega raccoglieva molti voti.

Forza relativa del PdL, evidenziate le aree di maggior successo




Vediamo i risultati numerici zona per zona, cominciando dalla zona Lago

  • valori non molto dissimili per i partiti minori di sinistra (eccetto il Sel-Psi a S.Zeno), mentre variano notevolmente i valori di IdV e PD (quest’ultimo tra il 7.5% e il 17%)
  • Lega Nord e PdL variano notevolmente da comune a comune arrivando a un massimo del 45% la prima ad Affi e di quasi il 60% il secondo, trascinato dal sindaco Bendinelli, a Garda
Queste le variazioni tra il 2009 e il 2010 dei valori delle liste principali:


Visibile l’effetto Bendinelli a Garda e nei comuni limitrofi a favore del PdL, effetto che sembra diminuire quando ci si allontana.
Ho proceduto poi ad analizzare le variazioni del peso del PD all'interno del centrosinistra e il rapporto tra Lega e PdL nel centrodestra. Nella tabella seguente vedete infatti la colonna del PD nel centrosinistra nel 2009 e il valore nel 2010. Ad es. a Malcesine il PD pesava per il 40,5% nel 2009, il valore ha uno sfondo marroncino in quanto è un valore piuttosto basso nell'ambito della provincia. Nel 2010 il peso è salito al 56.3% con un guadagno pertanto del 15.8%. La colonna "Diff" indica la variazione % ed è in scala di blu se il PD guadagna rispetto agli altri partiti di centrosinistra e in scala rossa se, viceversa, perde a favore dei partiti minori.
Si è proceduto analogamente per il centrodestra analizzando il rapporto tra Lega/PdL, dove tale valore è maggiore dell'unità è la Lega a prevalere, dove è minore, naturalmente, è il PdL a prevalere. Sempre nel comune di Malcesine preso come esempio il valore era nel 2009 del 79.3% (cioé i voti della Lega erano circa il 20% meno di quelli del PdL, valore anche questo in marroncino perché basso rispetto al resto della provincia). Tale valore è passato nel 2010 al 67.1% con un guadagno relativo quindi per il PdL. Nell'ultima colonna vedete infatti la variazione del rapporto. Se il rapporto è positivo allora è la Lega a guadagnare e la casella sarà segnata in scala di verde, se, viceversa, è negativo, significa che è il PdL a guadagnare e la casella è in scala di blu sempre più intenso.

In zona Lago quindi tranne i due casi isolati (dovuti a istanze locali) di S. Zeno e Brentino, è sempre il PD a crescere rispetto agli altri partiti di centrosinistra. Evidente l'effetto Bendinelli soprattutto nei comuni rivieraschi del centro e nord Lago. Generalmente sembra che il PdL guadagni dove era già in vantaggio, idem per la Lega.


In Valpolicella


I dati sono più omogenei: IdV attorno al 5%, PD tra il 12% e il 19%, UDC attorno al 5,5%, Lega tra il 36% e il 47% e PdL tra il 23% e il 29%. Le variazioni indicano che


il PD è stabile, UdC in calo, la Lega guadagna il 4,5%/5% e il Pdl è in leggera flessione.

tranne che a Marano è sempre il PD a crescere rispetto agli altri partiti di sinistra, mentre in tutti è la Lega ad aumentare rispetto al PdL.


In Lessinia

  • debolissimi i partiti di sinistra, il PD stesso ha un minimo del 2.2% a S.Mauro di Saline e resta in media attorno al 5%.
  • davvero molto forte l’UDC che raggiunge valori molto superiori a quanto ottiene in altre parti della provincia arrivando al 42% di Badia Calavena. Il risultato è presumibilmente dovuto alla presenza di un forte candidato locale, Valdegamberi, proprio di Badia Calavena, che è vicepresidente della Comunità Montana della Lessinia
  • la Lega Nord è quasi sempre sopra il 40%, con un massimo del 56% a Roveré
  • il PdL varia moltissimo e sembra soffrire gli alti valori dell’UDC: ha un minimo a Badia C., valori attorno al 30% in molti comuni e il dato anomalo di Sant’Anna d’Alfaedo dove ottiene oltre il 60%


PD in leggero calo, UdC in crescita ben localizzata dovuta al candidato locale


anche qui è praticamente sempre il PD in guadagno, mentre la Lega guadagna in alcuni comuni dove era già molto forte rispetto al PdL (Roveré, Velo, Badia C.), mentre in altri è il PdL a guadagnare (Erbezzo, S.Anna d'Alf., Vestenanova, Selva di P., Grezzana)


Nella zona attorno a Verona

Vediamo valori piuttosto omogenei:
  • M5S attorno al 2,5/3%, giusto la metà dell’IdV che varia attorno al 5/6%
  • PD attorno al 15/20% con un massimo a Verona del 22.2%
  • l’UDC rientra nei sui valori attorno al 5%
  • Lega Nord tra il 30% e il 48%, sempre superiore al
  • PdL che varia tra il 21% e il 31%


PD stabile, UdC in calo, il travaso di voti Pdl/Lega pare essere davvero evidente, in taluni casi (Sona, Buttapietra) è del tutto evidente che un alleato guadagna a spese dell’altro.

PD sempre in guadagno, idem per la Lega che allarga la forbice rispetto al PdL (tranne Mozzecane)


Nell’Est Veronese


  • Il PD è piuttosto debole
  • Alcuni comuni hanno valori alti per l’UDC, in relazione a quanto detto per la Lessinia
  • La Lega Nord varia tra il 32% di Mezzane e il 61% (massimo provinciale) di Roncà
  • Il PdL, tranne che a Belfiore, è sempre superato dalla Lega, ottenendo tuttavia risultati tutt’altro che trascurabili, come il 38% di Montecchia


Il PD appare generalmente in leggera flessione, mentre il PdL sembra soffrire di una flessione più marcata, in molti comuni attorno al 5%. Voti raccolti spesso (ma non sempre) dalla Lega Nord.
In controtendenza i comuni di Montecchia e Belfiore, in entrambi i quali il PdL guadagna esattamente l’8%.



anche qui PD praticamente sempre in guadagno nell'elettorato di centrosinistra, stesso discorso per la Lega che (tranne nei comuni citati sopra) aumenta il vantaggio rispetto al PdL.



Nella grande Pianura infine

  • i partiti minori di sinistra e l’IdV ottengono risultati inferiori rispetto ad altre zone
  • il PD varia considerevolmente anche in brevi distanze: dal 4.2% di Salizzole al 34.4% di Nogarole Rocca (dove grazie alla presenza dell'ex sindaco Tovo si realizza il massimo provinciale) ci sono solo 16 km.
  • l’UDC ottiene risultati generalmente nella media, a parte, come sempre, Pressana, a causa del segretario provinciale Marzotto
  • la Lega Nord è praticamente sempre sopra il 30%, con un massimo del 56% a Concamarise
  • il PdL varia specularmente al PD, tra il 19% scarso di Nogarole e il quasi 50% di Salizzole

Le variazioni restituiscono un quadro complessivamente più stabile che nelle altre zone.
  • il PD guadagna in connessione a forti candidati locali (Tovo a Nogarole Rocca, Bonfante a Cerea) e nei restanti comuni soffre generalmente di una leggera flessione (più marcata a Legnago ove, rispetto all'anno scorso, manca l'effetto traino di Gandini)
  • l'UdC è in flessione, tranne qualche comune attorno a Legnago
Il PD è sempre in guadagno rispetto agli altri partiti di centrosinistra tranne che a Nogara, Legnago (mancato effetto Gandini), Boschi S.Anna e Bonavigo.
Le variazioni del rapporto Lega/PdL sono molto eterogenee: in 15 comuni è il PdL a guadagnare sull'alleato, mentre in 20 è la Lega.


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Se consideriamo il totale dei voti raccolti nell'intera provincia possiamo abbozzare un'analisi dei flussi elettorali.



  • l'area di sinistra appare in leggero calo (-0.60%)
  • l'area di centrosinistra è in leggero calo (-1.62%), calo che sarebbe stato più marcato se avessi accorpato il M5S all'area di sinistra
  • il centro appare in leggera crescita (+1.14%)
  • idem per il centrodestra (+1.18%)
  • in calo invece l'area di destra (-0.79%)
questo un grafico:



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Se confrontiamo i risultati ottenuti dai maggiori partiti a Villa Bartolomea e a Legnago rispetto agli altri 96 comuni della provincia di Verona otteniamo la seguente tabella (che indica il ranking):


  • Il dato dell’IdV è simile, un risultato superiore alla media in entrambi i casi, a Villa ottiene il 35° posto nella classifica provinciale, a Legnago il 27°, guadagnando circa una trentina di posizioni nel ranking provinciale rispetto all’anno scorso. Valori in linea per il Movimento a 5 stelle di Grillo (M5S) che è solo di poco superiore alla media provinciale.
  • Il dato del PD cambia invece e benché vi siano quasi 6 punti percentuali di differenza il ranking non cambia molto: 2° posto a Villa Bartolomea e 6° a Legnago. L’anno scorso i comuni erano rispettivamente primo e secondo a livello provinciale, quindi c’è un leggero arretramento.
  • L’UDC è un po’ sopra la media provinciale, con un balzo ragguardevole a Legnago, dove scala ben 64 posizioni (dato presumibilmente dovuto al candidato locale Saldi)
  • Posizione sempre bassa per la Lega Nord in entrambi i comuni: 88° posto a Legnago e 86° a Villa, con un guadagno di qualche posizione in entrambi i casi.
  • PdL nella media provinciale a Legnago (44° posto, lo stesso dello scorso anno) e leggermente inferiore a Villa (61°), ma con un guadagno di 12 posizioni.
Il rapporto Lega Nord /PdL, nonostante sia elevato (la Lega Nord ottiene comunque più voti rispetto al PdL), è inferiore alla media provinciale, ma in crescita (guadagna circa una decina di posizioni in entrambi i casi).




4. RIS. LOCALI: I Comuni di Villa e Legnago e le province vicine


Come sempre cerchiamo di allargare l’analisi andando a vedere i risultati delle province vicine per inserire il voto di Villa Bartolomea e Legnago in un contesto più ampio. Confrontiamo i dati dell’anno scorso e quelli di quest’anno (i colori indicano le forze relative dei partiti nelle varie aree analizzate)


Le variazioni sono già intuibili, analizziamole ora però con attenzione


  • L’IdV è in flessione quasi ovunque, per effetto del partito di Grillo M5S che sembra, come detto sopra, sottrarre un po’ di voti
  • Il PD sembra in leggera flessione nei comuni della zona e il dato di Villa è in linea con questi, a Legnago invece vi è una débâcle di quasi il 5%
  • L’UdC, che cala in tutte le province limitrofe del 1,5%, cala meno a Villa (-0,35%, in linea con la provincia di Verona) ed è invece in controtendenza a Legnago dove guadagna ben il 2.73% (come detto sopra dovuto a Saldi)
  • La Lega Nord cresce molto nelle province vicine, quasi dell’8% in quella di Padova. Valori contenuti a Verona (+2.3%) come a Villa (+2.17%), ancor meno a Legnago (+0.77%)
  • PdL in calo nelle province di Verona, Vicenza e Padova dove è evidente un travaso di voti a favore della Lega Nord, in leggera crescita invece nelle province di Rovigo e Mantova. Nei comuni di Villa e Legnago c’è un leggero calo.
Se consideriamo solo dato nazionale e delle province di Verona e Rovigo, allora vediamo come, in valore assoluto


  • L’IdV sia leggermente più debole in entrambi i comuni rispetto alla media delle due province, mentre l’UdC è leggermente più forte
  • Il PD raccolga a Legnago un valore intermedio a quello delle due province, a Villa invece superiore anche a quello della provincia di Rovigo
  • La Lega Nord sia in entrambi i comuni in una posizione intermedia tra i valori di Vr e Ro, anche se più spostata verso quelli di Vr
  • Il PdL sia a Legnago vicino ai valori della provincia di Verona, a Villa un po’ più debole.

Se consideriamo le variazioni relative di ogni partito (rispetto ai propri voti nella tornata elettorale precedente) vediamo che

  • Il PD perde un po’ dei propri voti a Villa, ma quasi il 20% a Legnago
  • L’UdC cresce del 60% a Legnago, perde a Villa come a Verona.
  • La Lega cresce a Villa esattamente come nella provincia di Verona, un po’ meno a Legnago
  • Il PdL cala a Legnago e ancor di più a Villa.




2. RISULTATI Comunali Villa Bartolomea


Dei 4823 aventi diritto di voto a Villa Bartolomea si sono recati alle urne in 3177 (177 in meno rispetto allo scorso anno) cioè il 65.87% un valore solo di poco inferiore alla media della provincia.

Le schede bianche sono calate dalle 73 dell’anno scorso alle 60 di quest’anno (1,9% del totale),



le schede nulle invece sono cresciute dalle 60 dell’anno scorso alle 100 di quest’anno (3,15% del totale).

Sono entrambi valori superiori alla media provinciale.
Occorre anche notare che esattamente 200 elettori (6,63%) hanno espresso solo il voto per il candidato presidente della regione e non per una lista collegata.

Questi i risultati relativi al voto di coalizione ("LISTE REGIONALI"):


che individuano le seguenti %

Tutti i risultati appaiono piuttosto omogenei nel capoluogo: la varianza dei dati tra seggio 1, 2 e 3 è davvero limitata. Differenze emergono quando si va a confrontare lo stesso capoluogo
• col seggio 5 di Carpi, che è un po’ più orientato a destra rispetto al capoluogo (+4% il centrodestra, +2% l’UdC, -6% il centrosinistra)
• col seggio 4 di Spinimbecco che è ancora più verso destra (rispetto al capoluogo +6% il centodestra, +6% l’UdC e -12% il centrosinistra)


Per quanto riguarda i voti di lista ("LISTE CIRCOSCRIZIONALI") questi sono i risultati


Che determinano le seguenti %


I valori sono naturalmente coerenti con quanto visto sopra. Questo dato disaggregato evidenzia tuttavia i diversi valori all’interno del centrodestra: la Lega appare molto più forte nel seggio 1 rispetto al PdL (+9%) rispetto a quanto non sia nel seggio 3 (neanche +1%), valori intermedi negli altri seggi.

Se consideriamo le variazioni tra 2009 e 2010


Vediamo come l’andamento sia piuttosto omogeneo nel capoluogo: PD e PdL in leggera flessione, UdC in calo, Lega che avanza tra il 3.34% e quasi il 5%.
A Carpi cala di più il PD, ma anche la Lega, mentre guadagna leggermente il PdL.
A Spinimbecco invece si nota un guadagno del PD e ancor di più dell’UdC; calano invece sia la Lega che il PdL.


A questo punto possiamo abbozzare un’analisi dei flussi elettorali


Il voto, analizzato per macroaree appare particolarmente stabile:
  • L’area di sinistra è sempre attorno al 3%
  • L’area di centro-sinistra attorno al 33%
  • L’area di centro è in leggera crescita
  • L’area di centro-destra è sempre al 56%
  • L’area di destra (a cui ho accorpato i partiti indipendentisti) appare in leggero calo.

Se, con tutte le accortezze del caso, vista la presenza di piccole liste solo in alcune elezioni, realizziamo un confronto per macroaree possiamo vedere che


  • L’area di Sinistra manifesta una tendenza alla contrazione dei voti
  • L’area di Centro-sinistra appare stabile
  • Anche il Centro gode di stabilità
  • Il Centro-Destra appare in lenta crescita
  • L’area di Destra appare in calo
Se teniamo presente che il risultato di quest’anno si è realizzato congiuntamente ad un sensibile aumento dell’astensionismo, allora possiamo dire che il quadro di sostanziale stabilità evidenziato sopra sembra suggerire che l’astensionismo sembra abbia colpito in modo del tutto simile i vari schieramenti.



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